Alcuni mesi fa, ancor prima della campagna elettorale, risultava ancora molto acceso, sia nella componente cattolica del PD che nelle altre formazioni politiche di centro (Scelta Civica, Udc) e di destra (la componente ciellina del PdL), il dibattito su quali fossero i cosiddetti valori “non negoziabili” e su quali dovessero essere le rispettive posizioni a riguardo.
Mi sembra il caso di attualizzare il concetto di “valori non negoziabili”, visto il dibattito che si è aperto anche in seno al PD sull’opportunità o meno di riconoscere al pregiudicato Silvio Berlusconi il “diritto di difesa” (quasi che non gli fosse stato garantito nei tre gradi di giudizio conclusisi con la conferma della sua condanna a 4 anni di reclusione per frode fiscale), o di avallare la richiesta della Grazia, o ancora di acconsentire alle richieste di rinvio dell’esame del caso Berlusconi nell’apposita Giunta in Senato.
A questo proposito, non penso di forzare troppo la mano proponendo oggi, quale primo valore “non negoziabile” che il Partito Democratico dovrebbe tutelare a garantire a qualsiasi costo, il rispetto della legalità.